FEDERICO BIANCHI CONTEMPORARY ART MILANO testo a cura di Kirsty Bell Tony Just inaugurazione 29 marzo 2014 ore 18.3029 marzo- 28 maggio 2014 Nella nuova serie di dipinti di Tony Just, Madame Bovary, C’est Moi, il frottage diventa il modus operandi, in cui ogni quadro produce il successivo, in un sistema chiuso di automatismo orientato verso il proprio interno. Una quantità di gesso nero è versata sulla prima tela squadrata, e un'altra tela fresca è trascinata lungo la sua superficie, poi un'altra lungo quest'ultima, e così via. Eliminando elementi estranei come il pennello, la composizione ed il pensiero, il mero processo stesso diventa macchina e metodologia, mentre la tela è insieme attrezzo e prodotto. Il risultato è un fregio di immaginari balbuzienti, sbaffi di inchiostri simili a macchie di Rorschach, slide di tempo e segni di contatto. Le trenta tavole, della stessa misura e autoreplicanti, sono come fotogrammi animati di film che non combaciano completamente l'uno con l'altro, o pagine di un libro sfogliate velocemente. Allo stesso tempo totalmente semplici e incredibilmente oscure, parlano allo stesso tempo del desiderio di lasciare un chiaro segno e della confusione di riferimenti che aderiscono automaticamente a ciascuno di questi segni. La chiarezza del metodo scelto da Tony Just porta alla mente ciò che il cartellonista francese Raymond Hains disse una volta del proprio lavoro: "I miei lavori esistevano prima di me, ma nessuno li aveva visti, perchè erano così ovvi da accecare." Come Hains, il lavoro di Tony Just comincia sulle strade, ispirandosi a volantini e poster autoprodotti appesi ai lampioni, o oggetti trovati al mercatino delle pulci o lasciati agli angoli delle strade. Ritrae ciò che vediamo, sappiamo e sentiamo di una città che scivola dentro e fuori dal campo visivo. Tony Just testa il realismo della città prendendone in prestito le superfici e campionandone i residui come ricordi, stampe o movimenti. Prestiti di prestiti di prestiti sono trasposti in colori pastello dove le forme del colore si fondono in un'immagine, una fantasia, un viso. Perchè non fare un'immagine, chiedono? O, possono le immagini farsi da sole? Tony Just ha scelto di intitolare la mostra e i quadri come la ben nota citazione di Gustave Flaubert riguardo il personaggio che creò per il suo romanzo Madame Bovary: "Verso la fine del libro, c'è un momento dopo che Emma bovary è morta ed è stata vestita per il funerale, in cui alzano il velo per vederne il viso. Improvvisamente, bile nera comincia a uscirle dalla bocca. Una bella immagine perfettamente tremenda che mi ha lasciato identificarmi con Madame e Flaubert. Da qui il titolo, Madame Bovary, C’est Moi."
|
|
|